venerdì 18 novembre 2011

Al Liceo Dettori di Cagliari è in corso un progetto di studio della Sardegna antica, partendo dalla narrativa storica. I giovani si dimostrano più attenti di quanto spesso si creda (per fortuna!)...

Lavoro della classe VB 2011/12 del Liceo Dettori di Cagliari

(Immagine dal WEB)

martedì 4 ottobre 2011

Antiche vie dei metalli: lo stagno

La Sardegna si rivela, sempre più, crocevia delle antiche rotte dei metalli. Alla voce Tin sources and trade in ancient times su Wikipedia:


"While Sardinia does not appear to have much in terms of significant sources of tin, it does have rich copper and other mineral wealth and served as a centre for metals trade during the Bronze Age and likely actively imported tin from the Iberian Peninsula for export to the rest of the Mediterranean (Lo Schiavo 2003)"


http://en.wikipedia.org/wiki/Tin_sources_and_trade_in_ancient_times

Si noti come secondo Strabone (dal sito citato) le Cassiteridi, mitiche isole dello stagno, si trovino subito a nord dell'Iberia:

mercoledì 28 settembre 2011

La via dell'ambra

Una delle più antiche vie commerciali del continente europeo, unì per millenni Baltico e Mediterraneo:




domenica 18 settembre 2011

Bello...

Bello e impossibile verrebbe da dire il romanzo “Dalla scura terra”,
bello perché finalmente si racconta la Sardegna oltre i luoghi comuni. Impossibile  è la reazione più immediata del lettore di fronte alle incredibili imprese raccontate nel libro.
La storia, o meglio le storie, quella antica e quella moderna, raccontate nell’opera sono coinvolgenti e ben orchestrate. Scorrono parallele a distanza di tre millenni. I personaggi sembrano animati di vita propria. Anticonformisti e, a modo loro, rivoluzionari. Ti prendono e sembra quasi che ti invitino ad entrare nel loro mondo.
Forse per l’ambientazione, ma, già dalle prime pagine ti sembra di avere a che fare con persone che conosci da sempre.
Ho letto le oltre trecento pagine in meno di una settimana, non mi capitava più dai tempi dell’università. L’impressione che ho provato leggendo le ultime righe è stata quasi un senso di sottile malinconia: credo che quei personaggi, che erano diventati, in un qualche modo, vivi e presenti, mi mancheranno un po’.
Sardi diversi e allo stesso tempo uguali a noi stessi.  Diversi perché inaspettatamente viaggiatori e aperti verso l’esterno, come noi vorremmo essere,  uguali  nei passi in cui si narra delle divisioni e delle lotte tra tribù e villaggi vicini. Niente di nuovo sotto il sole di Sardegna, verrebbe da dire.
Certo l’impressione più piacevole è stata quella di “scoprire” lo spirito di avventura dei nostri antichi progenitori. Ancora prima di eventuali prove supportate da verifiche sul campo, questa ipotesi, basta da se stessa a destarci dal torpore storico in cui siamo caduti; anche perché la nostra storia che ci è sempre stata insegnata, fino ad ora, dai “forestieri”.
Nella storia riecheggiano reminiscenze classiche. Tra tutti Il mito del viaggio, costante della cultura occidentale. Bello il riferimento ad un incontro ravvicinato tra Olai ed Ulisse. Anche se, il nostro eroe di Abini è più assimilabile ad Enea: Nell’Odissea lo svolgimento degli eventi parte e si conclude ad Itaca. Nell’Eneide da Troia alla nuova Troia. Per Gianni Mele, invece, il viaggio continua. In questo senso mi ricorda Paulo nel cammino di Santiago: nella vita come in viaggio non è tanto importante la meta, quanto il cammino stesso
Il parallelismo delle due storie raccontate non è solo temporale; vi si scorge anche un parallelismo che potremmo definire “Tecnologico” nel senso che mentre i viaggi ai tempi di Olai, avvenivano via mare o via terra con barconi costruiti in legno, nel mondo moderno il viaggio si realizza attraverso la rete e lo strumento è il computer.
Non ho le competenze per affermare quanto ci sia di storicamente” vero”  nella vicenda narrata, anche se alcune recenti scoperte archeologiche sembrano incoraggiare le speranze di chi, come sardo, vorrebbe vedere riscritta la propria storia. A prescindere da ciò, il libro mi è piaciuto. Credo che a questo punto non posso fare altro che leggere, a ritroso, il precedente lavoro (Bronzo) e spero nel contempo, anzi ne sono convinto, che la storia di Olai non sia finita poiché credo che nella fantasia dell’autore sia già presente il seguito dell’opera. 
Mi permetto di manifestare, infine, un paio di impressioni puramente epidermiche e personali , sui due personaggi principali:
sono affezionato ad Olai perché è un mio lontano quasi concittadino (essendo, se ho inteso bene, egli originario di Abini (Teti) ed io di Tiana.
mi è dispiaciuto alquanto che il povero Gianni Mele sia stato sedotto e abbandonato da Thelma. Meritava qualcosa di più.
Complimenti e Auguri per il futuro
Giorgio Piras

martedì 19 aprile 2011

Ritrovato relitto di una antichissima nave commerciale al largo della Cornovaglia: trasportava lingotti di stagno


Il ritrovamento testimonia il fatto che che già più di tremila anni fa esisteva traffico mercantile di metalli, tra cui l'allora preziosissimo stagno (indispensabile, come noto, per fare il bronzo), fra arcipelago britannico e continente europeo.





(dal sito citato)

martedì 15 marzo 2011

Si fa presto a dire che sono fantasie

Nuovi ritrovamenti archeologici, o analisi più raffinate su reperti già noti, dimostrano che i rapporti tra l'area del Mediterraneo e il nord Europa erano intensi già nell'età del bronzo (ad esempio lungo la via dell'ambra, tra Baltico e Adriatico). Molto più che suggestioni suscitano oggetti come quello esposto nel sito web che raccoglie testimonianze materiali del Galles (e rinvia al sito del Museo Nazionale gallese):

http://www.gtj.org.uk/en/small/item/GTJ31705/

si tratta di una ciotola litica decorata in forma di navicella, con placche dorate raffiguranti scudi tondi, onde e remi o forse i parapetti delle murate. E' stata ritrovata in una torbiera. Attribuita da alcuni ai Fenici, potrebbe testimoniare rapporti con altre culture mediterranee, quali quella nuragica.

(dal sito citato)

venerdì 4 febbraio 2011

Popoli mediterranei nel nord Europa dell'età del bronzo

 
Anelli d'ambra della collana del giovane mediterraneo di Stonehenge - fonte: National Geographic

Le frequentazioni e i mutui scambi tra i popoli europei nell'età del bronzo sono comprovati dai ritrovamenti di manufatti pressoché identici, segno di cicli culturali condivisi (pensiamo alle ancora più antiche ceramiche beaker, ovvero del tipo campaniforme).
Ultimamente la raffinatezza di indagini sui reperti ossei porta a scoperte come quella esposta nell'articolo pubblicato dalla prestigiosa rivista National Geographic (mentre il romanzo Dalla scura terra era in stampa, guarda un po' come a volte la narrativa semplicemente anticipa la realtà...). I resti di un giovane, sepolto 3500 anni fa presso Stonehenge, ne rivalano un'origine mediterranea!

Articolo National Geographic 13 ottobre 2010

giovedì 13 gennaio 2011

Dalla scura terra, il mio nuovo romanzo



Irlanda, in un prossimo futuro. Rinvenimento di due corpi avvinghiati nella morte, sprofondati nella torba. Una traccia della remota avventura di Olai e dei suoi guerrieri, venuti dal mare in cerca dello stagno per forgiare le loro temibili armi; approdati in una terra lontana dove una popolazione locale guidata da Dealgnaid, affascinante sacerdotessa della Grande Madre, cerca di difendersi dai terribili Fomor. Un filo doppio finisce per legare i destini di Thelma O’Connor e Gianni Mele, del nuragico Olai e di Dealgnaid in un rapporto che affonda negli angoli bui della storia, in un passato i cui echi vivono ancora nei miti celtici. Un passato che diviene attuale e pericoloso per i due scienziati: braccati da chi non ha nessun interesse che le loro scoperte siano portate all’attenzione del pubblico.
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L’Irlanda ebbe in sorte, unica fra le terre dell’Europa occidentale, una precoce cristianizzazione senza aver conosciuto l’appartenenza all’impero romano. Tra le conseguenze di questa peculiarità storica vi fu la possibilità di trascrivere, già a cura delle prime comunità monastiche, leggende pagane che furono riportate con lo scopo di armonizzare la cosmogonia gaelica e preceltica con la tradizione giudaico-cristiana, spesso in forma ingenuamente storicistica. Questa operazione di sincretismo culturale ci ha così tramandato un enorme patrimonio di miti pervenuti attraverso l’antica tradizione orale dei bardi, trasposti ad esempio nel Lebor Gabála Érenn ovvero Libro delle invasioni, testo dell’undicesimo secolo, o nel Chronicum Scotorum citato nel romanzo. Questo insieme corposo e variegato di narrazioni mitologiche riecheggia, in modo trasparente, l’arrivo di genti eterogenee nell’isola cassiteride.

Uno di questi popoli leggendari, di cui nel romanzo si narra una possibile mitopoiesi, riverbera con le immagini del mito il ricordo dell’arrivo in epoca pre-celtica di una popolazione di probabile origine mediterranea, e il suo scontro con un’altra oscura genia. La suggestione dell’incontro fra una delle più antiche e misteriose civiltà occidentali, quella nuragica, e la civilizzazione irlandese ctonia sottende il dispiegarsi della vicenda antica. D'altronde incontri e scontri di civiltà rappresentano la trama sottostante ai ricami epici di opere come l’Antico Testamento o l’Odissea, per rimanere nell’ambito di quanto diffusamente conosciuto. Proprio in quest’ultimo poema vengono riecheggiati possibili scambi con viaggiatori provenienti da latitudini boreali, consentendoci di porre in relazione due grandi universi mitologici; e permettendo di rivisitare il decimo libro omerico dal punto di vista degli abitanti della città di Lamo, quei Lestrigoni che etimologicamente sono stati immaginati come raccoglitori di pietre e di bottino, in bilico fra civiltà e pulsioni ancestrali.
Un prossimo futuro, inevitabilmente simile a noi per valori e spregiudicatezza, forse consentirà con le sue scoperte sia archeologiche che genetiche di ricondurre a concretezza storica le splendide suggestioni del mito. La vicenda di Schliemann e delle sue scoperte, osteggiate eppure vincenti, sta li a ricordarcene la possibilità.


Link alla scheda del romanzo sul sito dell'Editore:

Dalla scura terra - Arkadia Editore